La nostra storia - Gruppo di Volontariato Vincenziano - Varallo Pombia

Volontari San Vincenzo
Gruppo di Volontariato Vincenziano
Parrocchia di Varallo Pombia O.D.V.

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ANNO  1945
 



Maggio 1945: la guerra è appena terminata, inizia la ricostruzione. I bisogni – morali e materiali – sono tanti. E a Varallo Pombia un parroco lungimirante sceglie di affidare l’opera di carità del suo gregge al carisma di san Vincenzo de’ Paoli.
 

L’arciprete don Giuseppe Vallana fonda così, l’otto maggio 1945, la Confraternita di san Vincenzo de’ Paoli, per tutti semplicemente “la San Vincenzo”. Primo presidente è Giovanni Ferrari, meglio conosciuto come Ghighì, che resterà fedele alla Confraternita tanto da distribuire i pacchi natalizi fino a poco prima della morte.

In realtà la raccolta fondi era iniziata il giorno precedente, 7 maggio, con una grossa donazione (500 lire !) di Elio del Guasta, a cui si erano aggiunti l’arciprete, Angela Barberi, Ernestina Pia, Rosa Belossi. Nei giorni successivi altri varalpombiesi aderirono al progetto con donazioni anche consistenti: nell’elenco conservato nel registro della Confraternita troviamo molti cognomi del paese, da Fumagalli a Ingignoli, poi Galli, Bighinzoli, Barberi, Pistocchini, Rossi, Albertalli, Bolognini,  per finire con la Contessa Teresa Soranzo (1000 lire) e il medico dr. Faisano. A loro si aggiungono gli introiti dell’adunanza delle Dame di san Vincenzo e della cassetta di sant’Antonio.
 
A fine maggio, con un capitale di 6.285 lire, si è pronti a iniziare.
 
Il registro del primo anno riporta nel dettaglio i nomi dei beneficiati, indicati a volte con nome e cognome, altre volte con il solo soprannome, altre volte ancora affiancando a questi dati anagrafici minime informazioni per l’identificazione: vedova – cieco – internato in Germania. Dagli anni 50 però questa abitudine cambia, forse per salvaguardare – diremmo oggi – la privacy dei beneficiati: nei registri infatti le uscite sono registrate non più nominalmente, ma semplicemente con la quantità o la qualità del bene consegnato, sia denaro o altro.
 
Con il trascorrere dei mesi si amplia il numero dei donatori: troviamo Alemanni, Boggio, Marazzini, Favini, la contessa Mariolina Priuli Arborio di Gattinara, senza dimenticare le donazioni anonime. A fine giugno il numero degli assistiti è già salito a 35 persone, per un ammontare delle uscite a 2.590 lire,  e sale a 40 il mese successivo. Si tratta spesso di persone assistite con regolarità, i cui nomi ricorrono con frequenza; ad essi si aggiungono  saltuariamente anche donazioni alle “Suore del Ricreatorio”.
 
A fine anno sono 49 le persone assistite, come di ricava dalla nota finale: “a ciascun povero per Natale lire 50” per 2450 lire complessive.
 
Il bilancio del primo anno è decisamente incoraggiante: il fondo cassa è di 7.295 lire. Alle donazioni singole si aggiungono gli incassi di lotterie e spettacoli, organizzati –allora come adesso – per incrementare gli introiti.
 
 
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DIO AMA I POVERI, E, PER CONSEGUENZA , AMA QUELLI CHE AMANO I POVERI
(San Vincenzo de Paoli)


“La Carità è la Carezza della Chiesa al suo popolo”.
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